Premessa: questo post è conseguenza di una conversazione avuta con due amiche che si stanno affacciando adesso alla professione di illustratore e avevano dei dubbi da chiarire. Per questioni di spazio e di tempo mi è impossibile trattare il tema in maniera davvero approfondita in un unico post, sono certa però che la rete sia piena di buoni articoli sull’argomento. Ho cominciato a lavorare ai primi progetti importanti nel 2010 e, in quello stesso anno, ho avuto la fortuna di incontrare quello che sarebbe poi diventato il mio primo agente. Il nostro felice rapporto lavorativo è durato quasi cinque anni, finché non troncammo la nostra collaborazione perché il mio stile tendenzialmente classico cominciava ad essere poco invitante per una nuova fetta di editori provenienti dagli USA. Per qualche tempo sono andata avanti da sola: ho conquistato qualche nuovo contatto e sono stata felice di notare come molti clienti con cui ho collaborato tramite la mia prima agenzia siano tornati a propormi nuovi lavori anche senza necessità di un intermediario. I clienti che tornano, che si siano conquistati tramite agenzia o no, diciamolo, sono sempre una dolce conferma, una voce amica che ci dice che forse il nostro lavoro lo facciamo bene. Tuttavia, la necessità di crescere e cercare nuovi stimoli, nuove idee, nuove situazioni (pur continuando a mantenere quelle certezze conquistate), mi ha spinto quest’anno a mettermi alla ricerca di un nuovo agente. Ma, di preciso, cos’è un agente e cosa fa per un illustratore? Un agente non ci assume per disegnare, si tratta in realtà di una collaborazione, ma possiamo provare a semplificare il concetto dicendo che siamo noi piuttosto che “lo assumiamo” per trovarci del lavoro. È importante perciò essere selettivi e non stringere una collaborazione con qualunque agenzia pur di avere qualche possibilità in più. Qualche tempo fa, ad esempio, ho ricevuto una proposta di contratto da un’agenzia che non mi sembrava adatta alle mie esigenze: ho ringraziato e declinato, in attesa di una situazione più stimolante. Se siamo noi ad assumere un agente, come lo paghiamo? Su ogni commissione proveniente dall’agenzia, l’illustratore lascia una percentuale (che dipende dall’agenzia stessa e dal contratto che si è firmato, ma talvolta anche dal progetto e da come lo si è ottenuto. Solitamente oscilla tra il 20% e il 35%.). Funziona così: è l’agente a gestire ogni dettaglio con il cliente, che pagherà direttamente l’intera somma dovuta all’agenzia. Questa tratterrà la sua percentuale e pagherà a sua volta l’illustratore. Quindi è l’agente che si occupa dei contatti con il cliente? Sì. È suo interesse riuscire a farci ottenere lavoro e al prezzo più alto possibile, così sarà più alta anche la sua parte, no? A noi non resta che sederci al tavolo da disegno e rispettare le scadenze. E se non riesco a rispettare la scadenza? I tempi di un’agenzia sono sempre piuttosto stretti: se non si è sicuri di riuscire a rispettarli, forse è meglio lasciar perdere (o essere chiari sin dall’inizio facendo presente che si ha bisogno di tempi particolari prima di firmare il contratto, consapevoli però del rischio che dall’altra parte si tirino indietro). E se si tirano indietro? Non è una tragedia: It’s not personal, it’s strictly business, dice Michael Corleone ne Il Padrino e, anche se noi per fortuna non siamo gangster, direi che l’espressione si adatti al caso. Piuttosto, il fatto di aver ricevuto una buona proposta da una buona agenzia o da un buon editore ci dà conferma di essere maturi e pronti per il vero lavoro e, anche se questa volta non abbiamo trovato un accordo sui tempi di lavorazione, probabilmente qualcos’altro di valido arriverà a breve. Amo molto l’idea di poter alternare situazioni lavorative gestite totalmente da me a momenti in cui posso appoggiarmi ad un’altra persona. Voi cosa preferite, il lavoro indipendente o la buona compagnia? CATEGORIE: VITA DA ILLUSTRATORE, AGENZIE DI ILLUSTRAZIONE
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Diciamoci la verità: quando studiamo per diventare illustratori, non possiamo non guardare a quegli autori che dell’illustrazione e dei libri ci hanno fatto innamorare e sperare di diventare come loro, un giorno. Da ragazzina mai mi sarebbe venuto in mente di poter contribuire all’aspetto delle pagine di un libro di matematica, storia o italiano. Eppure è successo e, per quanto durante i miei studi da illustratrice abbia sentito peste e corna sull’illustrazione scolastica, lavorandoci mi sono resa conto che non è poi questo terribile mostro! Per affrontarla con un sorriso è sufficiente conoscerne i meccanismi e apprezzarne alcuni aspetti. Sono fortemente convinta che la maniera migliore di apprendere questi concetti sia metterli in pratica immediatamente: per questo, durante il mio workshop di illustrazione per libri scolastici Lo spauracchio Scolastica, piuttosto che spiegare come si svolge il lavoro preferisco simularlo: ispirandomi a commissioni da me già affrontate, mi diverto ad impersonare vari editori con esigenze specifiche, seguendo poi ogni allievo nello svolgimento del lavoro. Questo mese Lo spauracchio Scolastica compie tre anni: tre anni di condivisione del mio lavoro con chi dell’illustrazione vuol fare un mestiere ma anche di viaggi e di incontri con realtà che hanno voluto ospitarlo. Da quest’anno, quasi a celebrare questo anniversario, Lo spauracchio Scolastica diventa un corso annuale: a partire da ottobre 2018 sarò ufficialmente parte del corpo docenti di Pencil Art, scuola di fumetto e illustrazione con sede a Roma e a Bari, dove insegnerò disegno e illustrazione scolastica. Roberta Santi, illustratrice che ha seguito il workshop a Padova nel 2016, ne parla così: " Quando ho partecipato al workshop sull’illustrazione scolastica tenuto da Arianna, di scolastica non ne sapevo proprio nulla, è stata una bella scoperta! Il suo corso è stato più che arricchente: in due giorni è riuscita a elencare tutti gli aspetti di questo lavoro, portando la sua esperienza come esempio e dando le dritte per affrontarlo. Quello che ho apprezzato ed apprezzo di più in Arianna è la sincerità, l’essere concreta, spiegando non solo il lato piacevole di questo lavoro ma anche gli aspetti più pratici e “meno romantici”, come possono essere le tempistiche o la gestione economica. Sono tornata al mio lavoro, dopo il workshop, con la giusta carica e motivazione e, grazie ai suoi consigli, un anno dopo ho iniziato a lavorare proprio nel campo dell’illustrazione scolastica. Lo consiglio a chi vuole avvicinarsi a questo tipo di illustrazione ma anche a chi ha bisogno di ricaricarsi e trovare nuovi stimoli. " Anche voi avete voglia di ospitare Lo spauracchio Scolastica presso la vostra scuola o la vostra associazione? Non siate timidi, che con la timidezza basto io: scrivetemi!
CATEGORIE: VITA DA ILLUSTRATORE, SKETCHBOOK
Era moltissimo tempo che progettavo di dedicarmi al mio sito, di aggiornare il mio portfolio con qualche nuova pubblicazione, di creare un piccolo spazio differente dai social per chiacchierare e confrontarmi con chiunque ne abbia voglia. Sono felice di essere rimasta a lavoro in studio durante le vacanze estive: ogni giorno ho avuto la possibilità di ritagliarmi un momento per lavorare a questo angolino sul web, di cui sento un certo bisogno. Il lavoro dell’illustratore, infatti, per quanto meravigliosamente basato sulla collaborazione di più figure professionali e sul confronto con esse per giungere poi al prodotto finito, spesso isola al tavolo da disegno e costringe a rinunciare a qualche uscita rigenerante in compagnia e a qualche chiacchierata in più con gli amici. Di fronte a queste rinunce, di quando in quando, sarò felice di sapere che ci sarà a mia disposizione un piccolo spazio dove condividere i miei pensieri da (non più tanto) giovane illustratrice. E voi, come affrontate i momenti in cui il troppo lavoro vi fa sentire un po’ soli? (Grazie a Davide Vacca per questo still life dalla mia scrivania!) CATEGORIE: VITA DA ILLUSTRATORE
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Ciao e benvenuto sul mio blog! In questo spazio scrivo di ciò che mi piace e mi ispira, oltre che delle mie vicende da illustratrice. Spero che faremo amicizia!
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